![]() ![]() ![]() MARTIN PESCATORENotiziario trimestrale dell'Ente Parchi del
Lago Maggiore Il legnoal servizio di monaci e arcieriPaziente come un olmoIl titolo che il nostro direttore ha proposto per la Festalparco di quest'anno: " Tu dunque sarai... un olmo" è tratto dagli esercizi assegnati ai monaci dell'ereremo di Camaldoli i quali dovevano tendere ad assumere le qualità degli alberi che venivano loro prescritti come modello. L'olmo era indicato come esempio per le sue qualità di pazienza e sostegno. Pare che ogni albero suggerisca all'uomo qualità differenti, ogni
specie evochi sensazioni particolari e quasi sicuramente questi
attributi sono il retaggio delle osservazioni di chi dal legno doveva
ricavare attrezzi, oggetti e servizi (luce, calore, protezione, ecc.). Sulla pazienza degli olmi non ho dubbi. Caratteristiche dei legni![]() Per costruire archi si possono usare varie specie di legni, ognuna con caratteristiche proprie che verranno ereditate dall'arco e che quindi vanno conosciute e valutate fin dall'inizio della lavorazione. Ogni essenza ha caratteristiche peculiari, che dipendono in una certa misura dalle condizioni di crescita della pianta. Se il clima si è mantenuto costante per tutta la vita dell'albero il suo legno sarà più omogeneo, mentre se ci sono state brusche variazioni nel clima o se la pianta è cresciuta inclinata (ad esempio su un pendio ripido ripido o in lento movimento) gli anelli di crescita ne risentiranno e risponderanno in modo diversificato agli sforzi cui vengono sottoposti. Le risposte alle sollecitazioni possono variare anche a seconda di come vengono effettuati i tagli e di come viene applicato lo sforzo. La resistenza a flessione, trazione e torsione varia, infatti, in relazione alla direzione delle fibre cui sono applicate le sollecitazioni. Esaminando, per esempio, la compressione scopriamo che applicandola in direzione assiale (lungo le fibre) la resistenza è circa cinque volte maggiore di quella offerta in direzione tangenziale (tangente agli anelli di crescita) o radiale (perpendicolare agli anelli). Le essenze si dividono genericamente in dolci (o tenere) e dure (detti anche forti). I legni dolci sono, ad esempio, quelli dei pioppo, della betulla e del salice, generalmente chiari e leggeri, che si lavorano facilmente a causa della scarsa resistenza meccanica che offrono. Al contrario i legni duri come il castagno, il faggio, e il nostro olmo sono più difficili da lavorare ma loro durezza li rende più resistenti e indicati per lavori duraturi. Quello che si dice sull'olmo (Ulmus campestris) è che il suo legno, di colore bruno e fibroso, è adatto alla e di archi con flettenti piatti e lunghi. Ad esempio il 1ongbow (l'arco delle guerre medioevali e di Robin Hood) può essere costituito da più essenze laminate: la faccia anteriore deve resistere maggiormente a compressione, mentre la faccia posteriore a trazione. Olmo e tasso rispondono a queste richieste. Dal tasso (Taxus baccata) si ricava uno dei migliori arco, adatto ad ogni tipo di geometria, il cui uso è documentato ininterrottamente dal neolitico al rinascimento. Legno ad accrescimento lentissimo, la cui parte esterna, l'alburno, è di colore chiaro e ha doti di elasticità, mentre la parte interna, il durame, è di colore variabile dal bruno al rossiccio e molto resistente alla compressione. Troviamo quindi abbinate in modo naturale le caratteristiche proprie dell'arco composito Il frassino (Fraxinus excelsior) e' abbastanza resistente compressione, ma tende a deformarsi con l'uso; il maggiociondolo (Laburnum anagyroides) ha un legno eccellente, in particolare se rinforzato con tendine e pelle grezza, il suo uso è documentato dal XVI secolo. Il durame, bruno scuro, e' la parte con le migliori proprietà meccaniche. Il legno del nocciolo (Corylus avellana) omogeneo, legno di colore bianco o bruno chiaro, è stato largamente usato nel medioevo per costruire archi semplici. E' un legno molto affidabile, ma tende a seguire la corda; per prevenire deformazioni permanenti è preferibile usarlo per flettenti larghi e piatti. La robinia (Robinia pseudoacacia) e' molto diffusa, ma non esistono ovviamente archi storici fatti con questa essenza di provenienza americana. Il suo legno di color giallo-bruno è molto elastico ma poco resistente alla pressione, è quindi utilizzato solo per archi con flettenti piatti e lunghi. Costruire un arco![]() Per costruire un arco si parte generalmente da un tronchetto di tasso, olmo, frassino o maggiociondolo e lo si fa stagionare per un periodo che varia da specie a specie. Quindi con cuneo e mazzuolo si staccano da due a quattro "spicchi" che vengono lavorati a colpi di accetta e rifiniti con coltelli da falegname, raspa e carta vetrata fino ad assumere la forma desiderata. Questa parte della lavorazione può durare parecchi giorni e richiede molta concentrazione e abilità. Chi lavora su un arco deve assecondare le nervature e i nodi che il materiale presenta, prevederne la risposta agli stimoli e adattare il progetto teorico al caso particolare. Ogni arco ben fatto si costruisce pensando a chi dovrà poi utilizzarlo, prendendo in considerazione la sua altezza, la sua forza, le preferenze e le abitudini, senza considerare che esistono vari tipi di archi, da quelli primitivi ai longbow inglesi. E' per questi motivi che, come succede per ogni lavoro di artigianato, non esistono due archi uguali. E' possibile anche costruire archi primitivi utilizzando gli stessi utensili adoperati dai nostri antenati: la selce scheggiata usata come lama e la sabbia o l'erba cavallina per lisciare e rifinire il lavoro. Questo modo di procedere e' tipico dell'archeologia sperimentale, scienza che indaga le tecniche di fabbricazione dei manufatti. Gli archeologi che vi si dedicano non si limitano a cercare reperti e a conservarli, ma ricostruiscono le fasi della lavorazione di un oggetto e provano essi stessi a realizzarli per testare le proprie supposizioni sulla tecnologia e i materiali utilizzati. Domenica 22 ottobre 2000 a Comignago sarà possibile assistere ad alcune fasi della costruzione di un arco da parte di mastri arcai della Compagnia della Rocca di Angera, oltre che a dimostrazioni di tiro. Vi invito quindi a non perdervi questa occasione di approfondire quanto mi sono limitata ad accennare in questo articolo. Compagnia Arcieri della Rocca Borromeo di AngeraLa Compagnia raccoglie un ristretto numero di appassionati che svolgono attività di riproduzione di archi, frecce ed accessori preistorici e medioevali, lavorazione della selce, dell'ossidiana e di altri materiali naturali. I soci tengono sessioni dimostrative e lezioni per scuole, musei, enti pubblici e privati. partecipano a manifestazioni, tornei in costume e a gare di campionato FIARC (Federazione Italiana Arcieri Tiratori di Campagna). Sede c/o Marco Maioli, Via Borromeo 13, 21021 Angera (VA) |